
Teatro La Fenice di Venezia
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Il 29 gennaio 1996 un incendio devastante distrusse il Teatro La Fenice di Venezia.
A quei tempi abitavo a Murano e lavoravo a Mestre come grafico presso la CSC – Centro Servizi per la Comunicazione – di Walter Tesan e Maria Teresa Lubiani e, prima di ritornare in isola, trascorrevo le ore serali a Venezia con gli amici.
Quella sera, mentre eravamo in compagnia a casa di uno di loro, il telefono squillò e fummo avvisati della tragedia.
Fu un colpo allo stomaco per tutti i veneziani, il cuore pulsante della cultura musicale cittadina e punto di riferimento per la lirica mondiale stava andando in fiamme.
Le ore e i giorni successivi furono animati da vari sentimenti, quello che ricordo maggiormente è l o smarrimento e una inevitabile sensazione di impotenza; mi resi conto quanto fosse importante per me quel teatro come simbolo.
Con l’andare dei giorni questo sentimento cambiò, si trasformo in voglia di ricominciare e ricostruire; l’idea della Fenice che rinasce dalle proprie ceneri prendeva forza e la speranza divenne sempre più certezza e concretezza.
In molti si dettero da fare e in città si respirò, come poche volte capita, la voglia di aiutare e aiutarsi.
Dopo un anno esatto, il primo evento pubblico fu un convegno intitolato “Teatro la Fenice – sinergie per la ricostruzione”, al quale parteciparono le più alte cariche istituzionali pubbliche e private.
La CSC diede il proprio apporto creando l’immagine coordinata dell’evento che io come grafico interno sviluppai.
Due curiosità:
in questi giorni il primo atto pubblico da parte del Comune di Venezia per i milleseicento anni della città, è stata la commemorazione del venticinquesimo anno dall’incendio del teatro, avvenuta con un concerto della banda dei Vigili del Fuoco e con il documentario “Dal fuoco alla musica” scritto e presentato da Alberto Toso Fei e diretto da Tommaso Giusto.
Il marchio Venezia 1600 è opera del sottoscritto ed è per me come se si chiudesse un cerchio.

Alberto Toso Fei conduce il documentario “Dal Fuoco alla Musica”
La seconda curiosità sta nel fatto che per la prima volta io e mio fratello ci troviamo insieme, se pur in modi molto differenti, in un documento pubblicato che non sia un suo libro, lui con il suo volto e la sua voce, io con la mia matita.

Schermata del documentario “Dal fuoco alla musica”